Undici dipinti di Victor Brauner
Formato PDF
Pagine 45
Illustrazioni 11 a colori
Isbn 978-88-944891-8-7
Prezzo € 7,50
Chi scrive versi entra in risonanza continua con chi legge. L’interpretazione vitale replica altre forme che crescono all’infinito. Processo continuo di nascita in una società ferma. Lo stile di Assunta Fichera è caratterizzato dalla costruzione di versi per immagini, silenzio e piani sonori (a volte dissonanti) e dall’utilizzo di aggettivi chiari e precisi nel tentativo di restituire senso alle parole.
Assunta Fichera (Siracusa 1960) ha compiuto studi artistici ed ha formazione umanistica.
Cultrice di fotografia, si è occupata di ambiente ed ha collaborato con studi di architettura.
Cultrice di fotografia, si è occupata di ambiente ed ha collaborato con studi di architettura.
Convinta che la poesia debba uscire dai santuari e dall’accademia per muoversi in campo libero,
ha organizzato letture sceniche e performance poetiche in luoghi aperti.
Ha pubblicato la silloge Le cose sospese (FdBooks) nel 2018 e dieci sue poesie sono presenti nell’antologia iPoet Lunario in versi (LietoColle). Un suo testo è stato letto da Maria Grazia Calandrone nel corso della trasmissione “Qui comincia” di Rai Radio 3.
ha organizzato letture sceniche e performance poetiche in luoghi aperti.
Ha pubblicato la silloge Le cose sospese (FdBooks) nel 2018 e dieci sue poesie sono presenti nell’antologia iPoet Lunario in versi (LietoColle). Un suo testo è stato letto da Maria Grazia Calandrone nel corso della trasmissione “Qui comincia” di Rai Radio 3.
Victor Brauner nasce il 15 giugno 1903 a Piatra Neamt, in Romania. Il padre, seguace dello spiritualismo, lo iscrive alla Scuola evangelica di Braïla dal 1916 al 1918. Dal 1919 al 1921 studia alla scuola di Belle Arti di Bucarest e nell’ottobre del 1924 espone per la prima volta le sue opere alla Galerie Mozart.
Nel 1925 Brauner si reca a Parigi ma un anno dopo ritorna a Bucarest, dove nel 1929 collabora alla rivista dada e surrealista “UNU”. Nel 1930 si stabilisce a Parigi, dove entra a far parte con Constantin Brâncusi, Eugène Ionesco, Mircea Eliade, Panaït Istrati e Emil Cioran dell’importante comunità di artisti e intellettuali rumeni. Nel 1934 espone alla Galerie Pierre; André Breton scrive la prefazione del catalogo della mostra.
Nel 1935 fa ritorno a Bucarest, dove rimane sino al suo rientro a Parigi nel 1938: il 27 agosto di quell’anno, durante una lite tra amici, viene colpito da un bicchiere e ferito gravemente all’occhio sinistro. Nel giugno del 1940, dopo la disfatta dell’esercito francese e l’occupazione parziale della Francia da parte della Wermacht, si rifugia nella città di Air-Bel, vicino a Marsiglia, ove si unisce al gruppo formato da André Breton, Max Ernst, Wifredo Lam, Victor Serge e altri. Tenta di ottenere un visto per lasciare la Francia e sfuggire così all’oppressione nazista, ma non vi riesce e fino al termine del conflitto trova accoglienza presso la famiglia del poeta surrealista Robert Rius, nella regione di Perpignan. Data l’eccezionalità del momento e la precarietà di mezzi, è costretto a cambiare tecnica pittorica e inizia a dipingere con colori a cera, materiale che richiama significati esoterici nelle sue opere.
Nel 1947 partecipa all’Esposizione Internazionale Surrealista alla galleria Maeght, dopo di che lascia
il gruppo surrealista. Negli anni successivi si ammala e rischia di essere consegnato alla nuova dittatura stalinista instauratasi a Bucarest, che ne esige l’estradizione.
Muore il 12 marzo 1966 per embolia polmonare a Parigi, dove viene seppellito nel cimitero di Montmartre.
Nel 1925 Brauner si reca a Parigi ma un anno dopo ritorna a Bucarest, dove nel 1929 collabora alla rivista dada e surrealista “UNU”. Nel 1930 si stabilisce a Parigi, dove entra a far parte con Constantin Brâncusi, Eugène Ionesco, Mircea Eliade, Panaït Istrati e Emil Cioran dell’importante comunità di artisti e intellettuali rumeni. Nel 1934 espone alla Galerie Pierre; André Breton scrive la prefazione del catalogo della mostra.
Nel 1935 fa ritorno a Bucarest, dove rimane sino al suo rientro a Parigi nel 1938: il 27 agosto di quell’anno, durante una lite tra amici, viene colpito da un bicchiere e ferito gravemente all’occhio sinistro. Nel giugno del 1940, dopo la disfatta dell’esercito francese e l’occupazione parziale della Francia da parte della Wermacht, si rifugia nella città di Air-Bel, vicino a Marsiglia, ove si unisce al gruppo formato da André Breton, Max Ernst, Wifredo Lam, Victor Serge e altri. Tenta di ottenere un visto per lasciare la Francia e sfuggire così all’oppressione nazista, ma non vi riesce e fino al termine del conflitto trova accoglienza presso la famiglia del poeta surrealista Robert Rius, nella regione di Perpignan. Data l’eccezionalità del momento e la precarietà di mezzi, è costretto a cambiare tecnica pittorica e inizia a dipingere con colori a cera, materiale che richiama significati esoterici nelle sue opere.
Nel 1947 partecipa all’Esposizione Internazionale Surrealista alla galleria Maeght, dopo di che lascia
il gruppo surrealista. Negli anni successivi si ammala e rischia di essere consegnato alla nuova dittatura stalinista instauratasi a Bucarest, che ne esige l’estradizione.
Muore il 12 marzo 1966 per embolia polmonare a Parigi, dove viene seppellito nel cimitero di Montmartre.