Undici dipinti di Jamie Vasta
Formato PDF
Pagine 60
Illustrazioni 11 a colori
Isbn 978-88-905383-4-6
Prezzo € 6,50
Fotogrammi di persone e avvenimenti che hanno graffiato la coscienza del poeta e da cui nasce la riflessione sulle contraddizioni del nostro vivere quotidiano.
Alberto Callegaro nasce a Biella nell’agosto 1964. A vent’anni viene colpito da retinite pigmentosa, malattia di origine ereditaria che riduce progressivamente il campo visivo. La menomazione che ne consegue e una serie di vicissitudini personali lo allontanano dall’attività di scrittore. Riprende agli inizi degli anni novanta quando, per le Edizioni Simonelli di Milano, pubblica la raccolta di aforismi e calembour vari intitolata Ci vediamo giovedì, sotto il ciel di Tel Aviv. Nel 2010 esce presso l’editore romano Arduino Sacco il primo romanzo, Il transfuga di Paesanello.
Parallelamente alla prosa, Callegaro prosegue la produzione poetica con la quale partecipa a numerosi premi e concorsi letterari, in cui ottiene svariati riconoscimenti e attestati di merito. Nel maggio 2017 viene pubblicato in ebook il secondo romanzo intitolato Shalom, Trieste mia, edito dalle Edizioni Elison Publishing di Novoli (Lecce). Vive e lavora a Cossato (Biella).
Jamie Vasta è un’artista visuale americana. Nata nel 1980 a Rochester, New York, ha conseguito una laurea in Belle Arti alla School of the Museum of Fine Arts di Boston e un master in Belle Arti al California College of the Arts di San Francisco. Negli ultimi dieci anni, Jamie Vasta ha usato i lustrini come tecnica di pittura. Nei suoi dipinti vengono affrontati argomenti complessi che talvolta sconfinano nella morbosità. Alcuni dei primi lavori, ad esempio, raffiguravano giovani donne tese all’inseguimento e al massacro di uomini che avevano violato la loro intimità.
“Credo nella bellezza incontaminata. Con lustrini e colla ho creato paesaggi incantati, momenti di serenità al tramonto o di furia tempestosa. Mi interessano il sublime, la bellezza e il terrore sperimentati in modo inseparabile, come nel melodramma. Voglio che i miei dipinti producano lo stesso effetto del vetro colorato. I lustrini possono evocare illusioni povere così come un mondo perfettamente privo di dolore. Oppure possono trascendere il loro apparire a buon mercato e fingere di essere pepite, diamanti, frammenti di lapislazzuli, tracce di olio o coleotteri. I miei quadri deviano e seducono insieme lo sguardo di chi li osserva, muovendosi in continuazione entro e oltre la sua portata”.